Soppressione del trasporto pubblico la domenica. La cittadinanza paga la mala governance di Atv

Leggiamo, purtroppo senza stupore, la nota del Presidente di Atv che annuncia la soppressione di autobus di linea la domenica in quasi tutta la provincia, con l’esclusione solo di alcuni comuni maggiori. Una situazione di disagio, questa dei tagli alle corse che si rinnova ogni anno e che ha, come sempre, la sua causa in una carenza endemica di personale.

Personale che manca per ovvi motivi salariali: chi entra in azienda oggi ha la prospettiva di una paga base di 1.200 euro mensili e un “nastro orario” che va dalle 12/15 ore giornaliere, con turni che cambiano quotidianamente e non distinguono tra sabati, domeniche e festivi. Contratti fermi da vent’anni, nonostante l’Atv sia una realtà che chiude in attivo dal 2012. Un attivo pagato dagli stipendi di chi vi lavora e che ha consentito all’azienda di mettere da parte, secondo i sindacati, 25milioni di euro.

A una situazione che si trascina di anno in anno e che avevamo già denunciato in passato si risponde con la solita modalità: non garantire il diritto alla mobilità, tagliando i trasporti e andando a penalizzare soprattutto chi non può permettersi o non ha accesso al trasporto privato.

Mentre in altri paesi europei si investe nel trasporto pubblico (emblematica la scelta tedesca del biglietto unico a 9€) per ovvie ragioni di sostenibilità ambientale e qualità della vita, Verona registra ogni anno un pesante passo indietro, evidente anche nel taglio del servizio serale cittadino e nell’inadeguatezza di alcune linee, specialmente negli orari di punta (con ripercussioni anche su studenti e studentesse, ma non solo).

Crediamo vi sia innanzitutto un’assenza da parte della Regione, che dovrebbe stanziare risorse vere e non un risicato 2,5% di quota rispetto a una copertura di spesa per il trasporto pubblico che in pratica resta quasi totalmente a carico dello Stato. Mettendo in evidenza come vi sia una marcata distanza da quelle regioni in cui già si prevede la gratuità del servizio, vedi ad es. l’Emilia Romagna, per gli under 14, senza una previsione di fascia di reddito.

Iniziano solo ora gli incontri tecnici dell’assessora regionale con delega ai Trasporti, Elisa De Berti, che promette nuovi mezzi. Pensiamo che sia del tutto inutile pagare le patenti 4/5mila euro a chi altrimenti non potrebbe permettersi una formazione e acquistare nuovi bus se si continua ad affamare il personale di un servizio pubblico.

Si garantiscano i diritti delle persone che lavorano e di coloro che devono spostarsi in città e provincia.

Per In Comune per Verona. Sinistra Civica Ecologista, Jessica Cugini 

Per Sinistra Italiana Verona, Luca Perini

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