Il triangolo delle discariche

Il triangolo delle discariche, adesso per lo smaltimento dell’amianto, è ancora sotto tiro.

Dopo gli interventi aggressivi e inquinanti degli anni ’80 in cui nei territori di Villafranca e di Valeggio venivano aperte diverse discariche di rifiuti, tra cui Cà Baldassare a Quaderni, Cà Balestra a Valeggio (ma al confine con Quaderni), Caluri, Gazii a Dossobuono, ora ci pensa Luca Zaia a riarmare le truppe delle imprese che intendono devastare ancora di più l’ovest veronese. Con la modifica, infatti, al Piano regionale dei Rifiuti, nel 2022 la Giunta regionale del Veneto ha introdotto la deroga che permette a questi siti di riprendere la loro funzione di discarica, in questo caso per lo stoccaggio dell’amianto.

I numeri sono impressionanti: dieci anni di conferimento, 940 mila metri cubi di amianto a Caluri (2 colline alte 15 metri) e 800 mila metri cubi a Valeggio; per un totale di di quasi un milione e 800 mila mc., una richiesta di conferimento che soddisfa più del fabbisogno di tutto il nord Italia. Questa è la forza di fuoco messa in atto dalle aziende inquinatrici, mettendo a repentaglio la salute dei villafranchesi e dei valeggiani, aggravando ancor più il traffico già pesantissimo in queste aree, ammorbate anche dall’aeroporto e da due autostrade.

Sinistra Italiana in questi decenni, assieme ai Verdi, ha fatto da sentinella affinché queste incursioni delle aziende dissipatrici dell’ambiente e fortemente votate al profitto (pensiamo ai guadagni enormi degli escavatori) non andassero ancor più a distruggere il territorio, aggravassero le condizioni dei residenti, penalizzassero la qualità del paesaggio agrario. Vogliamo ricordare come già nel 2003, vent’anni fa, la ditta Veneta Strade di Ponzano tentò il blitz per smaltire l’amianto a Gazii di Dossobuono.

Ora la maggiore sensibilità dei cittadini nei riguardi dell’ambiente fa sì che queste incursioni predatorie e inquinanti delle sedicenti aziende “ecologiche”, siano bloccate dall’impegno civico: migliaia di persone in questi mesi hanno opposto la loro contrarietà ai nuovi impianti di amianto, promuovendo proteste a Villlafranca/Caluri, Valeggio, Quaderni e Mozzecane. A loro si è aggiunta anche la popolazione di Marmirolo mantovano, che è a pochi chilometri da Valeggio e Villafranca; ecco perché c’è questo pericoloso “triangolo dell’amianto” che allerta la cittadinanza di questi paesi.

A Valeggio e a Mantova la ditta Progeco, interessata all’apertura di Cà Balestra, presenta il progetto della sua discarica di amianto. Da sempre gli abitanti di Valeggio e di Quaderni sono stati strenue sentinelle del loro territorio e in decenni di battaglie ambientali contro l’apertura di questi siti contaminanti hanno imparato a difendersi e a contrattaccare, utilizzando tutte le opportunità a loro disposizione. Non c’è dubbio che anche stavolta riusciranno a sventare la sortita nefasta, che ha goduto dell’appoggio del presidente Zaia.

Che fare ?

-Innanzitutto va rivista la deroga al piano Rifiuti del 2022, voluta dalla Giunta regionale del Veneto. Questa area dell’ovest veronese è caratterizzata dalla ricarica delle falde acquifere, quindi un ambiente assai delicato, che non permette periodiche incursioni delle tante aziende che vogliono fare profitti, ma alle quali non interessa nulla delle condizioni di vita e della salute dei cittadini.

-Secondo, anche l’amianto deve rientrare nelle regole dell’economia circolare, cioè il recupero della materia prima, con l’inertizzazione, in modo che non vada ad impattare pesantemente sul territorio per il suo smaltimento.

-Non ultimo, l’utilizzo della valutazione di impatto ambientale (VIA) in modo che le ragioni dei cittadini abbiano il giusto peso verso questi progetti scriteriati per la salute e deflagranti verso l’ambiente. 

Sinistra Italiana è vicina e solidale con i cittadini e con i comitati civici, che mai rassegnati dai continui attacchi delle aziende devastatrici, stanno sostenendo l’ennesima battaglia per tutelare la loro esistenza e il loro futuro.

Sinistra Italiana fa affidamento alle varie Amministrazioni locali dell’area, per lo più di area centro destra, vicine all’area politica di Zaia, perché queste incursioni, queste brecce sul territorio e sull’ambiente da parte degli inquinatori non possano più ripetersi e non possano più accadere.

Segreteria Provinciale Sinistra Italiana Verona

La Regione garantisca immediatamente il diritto allo studio. No alla autonomia differenziata.

La Costituzione italiana garantisce il diritto allo studio (art.34 “La scuola è aperta a tutti … I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”) e con l’art. 117 assegna alle Regioni il compito di garantirlo.

La Regione Veneto ha promosso la richiesta di avere trasferita la competenza in moltissime altre materie con la “Autonomia differenziata”, pur non essendo in grado di garantire quanto già da tempo è di sua competenza. Con quale autorevolezza? Non solo sta demolendo la quantità e la qualità dei servizi sanitari e sociali, ha dimezzato il personale ispettivo nei luoghi di lavoro pur essendo la regione in cui accadono moltissimi incidenti nei luoghi di lavoro con conseguente numero di morti, di feriti, di invalidi tra i più alti in Italia. Giusto per citare alcuni casi.

Per quanto riguarda il diritto allo studio, l’operato della Regione è disastroso, intollerabile. Bene ha fatto l’Udu ad organizzare una manifestazione di protesta al Polo Zanotto. Possibile che su oltre 3000 studenti aventi diritto alla borsa di studio solo circa un terzo di loro la percepisce per l’anno 2023/2024? Possibile che ben 526 degli aventi diritto dell’anno accademico 2022/2023 ancora non la percepisce? Gli idonei a riceverla sono aumentati, lo scorso anno accademico erano 2980, questo anno sono 3400 e di questi ben 2157 non l’hanno ancora ricevuta, pari al 63%. A questi vanno aggiunti oltre 100 studenti della Accademia di Belle Arti e del Conservatorio. Motivo? Mancano i fondi.

La Regione ha fatto male i conti, si è distratta e nel bilancio ha stanziato pochissimi denari, del tutto insufficienti, e così il diritto allo studio, che deve garantire, se ne va a gambe all’aria. Diritto allo studio vuol dire anche garantire un posto letto a coloro che non sono residenti in città. La politica regionale sugli studentati è del tutto fallimentare. I posti letto “calmierati” sono del tutto insufficienti. Il libero mercato immobiliare privato non è idoneo a soddisfare tutte le richieste, in quanto, pur essendo aumentata l’offerta del 46% rispetto all’anno scorso, vede una domanda ancor più alta, più del 56%, come si evince da un “rapporto” di Immobiliare.it Insights (società specializzata in big data e market intelligence per il settore) che ci informa che Verona è l’ottava città più cara per canoni di affitto (mediamente 401 euro per camera a studente). Il problema però è che non se ne trovano a sufficienza, così il diritto di studio non viene garantito.

Gli studenti che frequentano l’Università di Verona non possono restare da soli in una rivendicazione sacrosanta. Vanno sostenuti, per ottenere investimenti dalla Regione sia per adattare molteplici edifici pubblici (quanti dello Stato abbandonati!) a studentati in numero sufficiente, sia per incrementare subito gli stanziamenti in bilancio per assegnare a tutti gli aventi diritto, di quest’anno e dell’anno scorso, le necessarie borse di studio.

Comune e Provincia, assieme agli studenti, siano protagonisti di questa giusta rivendicazione, il diritto allo studio è un diritto costituzionale che va garantito pienamente e immediatamente.

Inoltre, questa brutta inadempienza regionale che può modificare negativamente i legittimi progetti di vita di molti studenti e studentesse e che ostacola la crescita professionale e culturale delle nuove generazioni, ci dice che la progettata Autonomia Differenziata va bloccata. Non solo divide l’Italia, ma mette in mano responsabilità enormi a chi è incapace di garantire diritti semplici ed elementari come il diritto allo studio.

Verona, 12/03/2024

La Segreteria Provinciale di Sinistra Italiana Verona

Boicottiamo il G7: organismo delle grandi potenze economiche e militari che vogliono espropriare il mondo intero dai diritti, democrazia, partecipazione

Si riunirà dal 13 al 15 di Marzo a Verona e a Trento la sessione dedicata a Industria, Tecnologia e Digitale del G7, il Gruppo dei 7 Paesi occidentali più industrializzati del mondo. Comprende stabilmente Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stai Uniti. Ha escluso dopo un breve periodo la Russia non ha mai aperto agli altri grandi del Sud Globale come Cina, Brasile, India. 

E’ un organismo senza responsabilità e obblighi, senza procedure democratiche, che rappresenta una quota minoritaria della popolazione mondiale ma esercita il dominio economico e militare. Il G7 ha nei fatti esautorato e condizionato l’Onu, lo strumento democratico e rappresentativo che il mondo si è dato all’uscita della guerra mondiale.

Per sua natura non ha sede, presidenza e strutture fisse, ma si auto riproduce di anno in anno con mandati temporali. Oggi si conferma come strumento per esercitare il dominio dei grandi paesi occidentali e delle multinazionali, sulle politiche economiche, sul commercio e il controllo delle tecnologie.

L’esclusione degli Stati non direttamente assimilabili alla tradizione neocoloniale anglosassone o ad essa subalterni, gli accordi politici, di fatto vincolanti, hanno predefinito posizioni e scelte dell’assemblea dell’Onu  e  del Consiglio di Sicurezza.  

La difesa di interessi di parte è chiara nel silenzio su conflitti gestiti dalla Nato o direttamente dagli Stati Uniti e fa coppia con l’intervento diretto nella vicenda Ucraina o l’atteggiamento di equidistanza nel massacro del popolo palestinese.  

Oggi il G7 sta operando per contenere la crescita e il ruolo politico dei paesi del Sud Globale con interventi diretti per limitare le conoscenze, la ricerca e le quote di mercato dei paesi che sono in grado di competere con l’egemonia Statunitense.

L’obbiettivo, non celato, è l’isolamento e la sconfitta economica della Cina vero competitor sul piano della ricerca, della tecnologia e del commercio. Una sconfitta che è progettata sul piano del contenimento territoriale e del conflitto militare con l’estensione della Nato nell’area del pacifico orientale.

Nella Sessione Veronese del G7 si ripropone la questione del controllo della produzione civile e militare ad alto contenuto di tecnologia. Sulla questione dei semiconduttori, chips, elementi essenziali per la produzione di automobili e dei Droni si gioca il dominio economico e militare dei prossimi anni. 

Il programma del G7 di Verona riconferma la centralità della questione. “Prioritario è altresì il rafforzamento della sicurezza e della sostenibilità delle catene di approvvigionamento dei semiconduttori e delle materie prime critiche, anche al fine di ridurre la dipendenza da paesi terzi “.

E’ il ruolo di strumento servile del Potere Americano svolto storicamente dal G7 e ancor più aggravato dalla politica imperiale definita dall’America e accettata supinamente dall’Europa in una accelerazione della crisi economica e politica che sta trascinando il mondo in un conflitto sempre più pericoloso e esteso. 

In questa prospettiva è la nostra opposizione al G7 e alle sue politiche. Va confermata l’ipotesi di un modello economico e politico multipolare che in un sistema economico equilibrato e rispettoso di ambiente e risorse si proponga come alternativa reale al dominio del modello Occidentale

Va riaffermata la centralità di una Onu rafforzata e qualificata dal punto di vista della democrazia e dei criteri di partecipazione e ricostruito un rapporto di uguaglianza e condivisione con tutti i paesi del Sud Mondiale vittime, nella storia recente, delle politiche coloniali dell’Occidente.

Verona, 12/03/2024

Sinistra Italiana Verona

Sinistra Italiana Veneto – Dipartimento regionale Lavoro