Contributo SI Veneto alla discussione congressuale – 27.07.2023

Il III Congresso Nazionale di Sinistra Italiana, conclusa la fase di lavoro delle Commissioni Politica e Statuto, sta entrando nel vivo. La discussione congressuale che vedrà impegnato il nostro Partito a tutti i livelli nel prossimo autunno sarà inevitabilmente influenzata dal contesto in cui si colloca. La guerra, la crisi economica prolungata, il protagonismo della destra (solo attenuato dall’esito elettorale spagnolo), l’assenza di una piattaforma politica nel campo del centrosinistra: sono tutti temi con i quali dovremo fare i conti, e per molto tempo. Il taglio generale del documento politico di maggioranza è corretto perché, consentendoci di andare al cuore delle questioni, pone le premesse per una buona discussione congressuale, che al suo esito ci consegni degli strumenti politici adeguati alla fase che attraversiamo. 

La lettura proposta – capitalismo della crisi, diseguaglianza, sfiducia crescente, nuove povertà e insicurezze – può, con il Congresso, essere compiutamente portata a ulteriori conseguenze politiche, individuando in quella fascia che si situa tra il precariato, il lavoro povero, l’invisibilità, un segmento sociale di riferimento a cui rivolgersi. La crisi della politica, e della sinistra, non può essere superata se non coinvolgendo le fasce di nuova esclusione sociale, con analisi e proposte adeguate, uscendo dalle nostre sacche e provando a superare alcuni limiti del resto del centro-sinistra. Allo stesso modo, una solida analisi dell’attuale stato delle relazioni internazionali può consentirci di rafforzare la nostra posizione critica ed autonoma rispetto ai venti di guerra imperanti e forieri di rischi, verso la costruzione di una mobilitazione più larga. 

Sin da subito, anche a questo scopo, ci siamo posti il problema di portare all’esterno la nostra discussione congressuale, anche sul piano del linguaggio, di farne un’occasione di allargamento delle nostre relazioni, un obiettivo prioritario a cui tendere con costanza e continuità a tutti i livelli. Chiaramente non bastano solo enunciazioni di volontà, ma serve creare le condizioni affinché tutto il corpo del Partito sia attivato, investendo con forza nella costruzione di un elemento di densità sociale, politica, organizzativa, come correttamente auspica il documento. 

Gli assi di investimento prioritari possono essere almeno tre: 

  • Il rafforzamento dei legami con le principali organizzazioni intermedie del nostro Paese, dal Sindacato all’Arci all’Anpi al mondo LGBTQIA+. Sono organizzazioni che spesso hanno parole d’ordine e battaglie direttamente sovrapponibili alle nostre. Valga, su tutti, il tema della pace e delle relazioni internazionali. La costruzione di un vasto movimento pacifista passa da un investimento in relazioni di questo tipo, da costruire coinvolgendo tutto il corpo del Partito.
  • Il rafforzamento delle strutture di inchiesta e di approfondimento tematico del nostro Partito, con una articolazione in Dipartimenti a cui partecipino i responsabili di settore di ogni regionale e della Segreteria Nazionale, personalità e intellettuali esterni, rappresentanti di varie organizzazioni, i nostri parlamentari. Intendiamo, ad esempio, l’attivazione di cinque o sei dipartimenti che lavorino sulla base delle priorità politiche individuate dal Congresso, costruendo proposte credibili, puntuali, che diano il senso di come intendiamo superare il capitalismo della crisi e sconfiggere questa destra, con proposte concrete e campagne sul territorio. 
  • Il rafforzamento dell’insediamento territoriale del nostro Partito. Va nella direzione giusta l’obiettivo di aprire almeno una sede in ogni Regione, ma è chiaro che non può bastare: per tendere all’obiettivo, prioritario, di aprire almeno una sede per provincia, vanno aumentate le risorse ai territori, compreso il 2×1000, anche legandole a progetti specifici di insediamento e con campagne politiche per l’autofinanziamento. È inoltre corretto l’invito ai Segretari Regionali in Direzione Nazionale: in generale, il coinvolgimento massimo dei territori nelle discussioni e nei processi decisionali, anche con forme di consultazione, è un valore per una crescita coesa della nostra comunità, di cui tenere conto in tutti i passaggi. 

Il Congresso può e deve essere il momento in cui si pongono le basi per compiere un salto di qualità nell’attività di analisi e di elaborazione del Partito, con la costruzione di momenti di inchiesta sul territorio da cui trarre elementi di conflitto, con l’attivazione di campagne politiche, prefigurando l’alternativa politica e sociale che collettivamente intendiamo realizzare, con parole d’ordine chiare e condivise. Le battaglie per la sanità pubblica sono esemplificative di un impegno che, se reso costante, può individuare una delle contraddizioni più vive nella società.

Serve però un lavoro coeso, organizzato, di inchiesta, di denuncia e di proposta. Il documento politico pone le premesse per svolgere questo salto di qualità. Il nuovo Statuto, di cui al termine del Congresso ci doteremo, e la futura politica organizzativa del Partito, dovranno alzare l’asticella, con strutture adeguate ad accompagnare la crescita, modi e tempi dell’elaborazione politica (compresa una riflessione sull’intervallo tra un Congresso e l’altro). Ci riserviamo di sviluppare nostre proposte nella discussione congressuale. 

Dipartimenti tematici, Comitato scientifico, risorse ai territori legate a un programma di insediamento, consolidamento delle relazioni con organizzazioni intermedie e realtà territoriali con cui si condividono obiettivi politici di fase, consultazione dei territori in tutti i momenti di decisione

27 Luglio 2023

Il Gruppo Regionale veneto per il Congresso

Contro l’ordine pubblico è il fascismo, non il 25 Luglio

La scelta della sindaca leghista di Rosà Elena Mezzalira di non concedere l’utilizzo del parco comunale all’ANPI locale per “ragioni di ordine pubblico” è un’offesa alle istituzioni e all’antifascismo. Condividiamo la posizione dell’ANPI: “La sindaca, in palese violazione della Costituzione, non concede lo spazio per la Pastasciutta antifascista perché il nome ‘può essere un richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico’. Noi non smetteremo di denunciare alle autorità competenti e di diffondere unità e cultura antifasciste”. Per questo come Alleanza Verdi Sinistra ci siamo subito attivati per la presentazione di una interrogazione parlamentare. 
Contro l’ordine pubblico è solamente il fascismo!

ATTACCO FASCISTA ALLA FESTA IN ROSSO. SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA E A TUTTA LA VERONA CHE CONTINUA A RESISTERE.

Alla Festa in Rosso di Rifondazione Comunista a Quinzano si verificata un’altra, l’ennesima, aggressione fascista a Verona: un attacco squadrista in piena regola con spranghe e petardi che ha causato il ferimento di tre persone. Gli autori di tali aggressioni sono riconducibili alla stessa matrice fascista di chi, mesi fa, aggredì delle famiglie inermi in pieno centro storico mentre festeggiavano la propria squadra d’origine – vedi casapound.

Verona negli ultimi 15 anni è stata un laboratorio della destra, sperimentando in anticipo una piattaforma politica ed alleanze oggi riprodotte da chi governa questo Paese.

A Verona, purtroppo, per troppi anni ha dettato legge una politica cementata nell’intolleranza e nell’odio, con movimenti neo-fascisti direttamente presenti nelle stanze del potere cittadino ed apripista, insieme ai loro alleati, di campagne contro chiunque esprimesse una diversità.

Il modus di quella Verona nera e violenta, oggi finalmente fuori da Palazzo Barbieri, di tanto in tanto riemerge dalle fogne e si esprime nell’unico modo che conosce: attaccando una festa di un partito oggi, aggredendo una famiglia sei mesi fa, ammazzando in pieno centro storico, come fu con Nicola Tommasoli. Pensano di essere liberi di farlo perché per molti anni lo sono stati, nei fatti, considerati parte funzionale del potere

Molte volte queste aggressioni a Verona sono state trattate al rango di ‘risse’ senza curarsi della legge Mancino e dell’ipotesi che siano causate da vere e proprie associazioni a delinquere, con finalità di discriminazione.

A tutti gli organi istituzionali, tra cui Prefettura, Questura, Procura e Comune, chiediamo, ognuno nel proprio ruolo, un impegno concreto affinché si facciano promotori della fondamentale istanza di scioglimento immediato di tutte le organizzazioni neofasciste, applicando finalmente la legge

Ai compagni e alle compagne di Rifondazione la nostra massima solidarietà resistente.  

Per Sinistra Italiana Verona, Luca Perini

Per Sinistra Italiana Veneto, Marco De Pasquale

Un regalo della destra: privilegio allo studio

Ancora una volta la destra che governa la nostra Regione ed il nostro Paese dimostra di non avere alcun interesse nel diritto allo studio e nella tutela dellз studentз. 

Agli affitti inaccessibili si aggiungono ora le borse di studio. 3653 studentз idoneз non potranno beneficiarvi, un risultato indecente, considerando che la soglia ISPE fissata dalla Regione per accedere alle borse di studio è tra le più basse d’Italia. 

Siamo stanchз di sentire promesse sul nostro futuro che poi vengono prontamente disattese. Ora vogliamo certezze. 

Vogliamo fatti concreti e risposte dall’assesore al bilancio Calzavara che, come al solito, ha rimpallato la responsabilità ai governi precedenti e che ha promesso la copertura di tuttɜ lɜ esclusɜ al finanziamento, ma rimandando l’argomento alla prossima discussione sull’assestamento del Bilancio. 

Il futuro di migliaia di studentз anche stavolta dovrà aspettare la prossima seduta utile. 

Come Alleanza Verdi e Sinistra siamo e saremo sempre al fianco dellз studentз e delle loro rivendicazioni a tutti I livelli istituzionali. 

Sul diritto allo studio chiediamo fatti.

Contributo SI Veneto alla discussione congressuale

Nel percorso di avvio al terzo Congresso di Sinistra Italiana, come Regionale del Veneto abbiamo convenuto di fare la nostra parte attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro che ci consenta di articolare riflessioni e contributi alla discussione, insieme ai provinciali, alla giovanile e ai compagni/e del Veneto inseriti nelle Commissioni Politica e Statuto, anche per tirare le fila del lavoro politico svolto sul territorio nel corso degli ultimi due anni e mezzo. 

Riteniamo utile, in questa fase di prima stesura dei documenti, avanzare un unico documento, contenente alcuni spunti di lavoro, per la Commissione Politica e Statuto. Orientamento politico generale del Congresso e modalità del nostro stare insieme sono, infatti, parte di un unico discorso che va inquadrato, almeno in questa fase, nel suo complesso. 

Il taglio generale su cui sta lavorando la Commissione Politica, ossia la riflessione sul capitalismo, è convincente: si tratta del nucleo centrale delle questioni, oggetto, soprattutto nel nostro Paese, di un processo di rimozione dal discorso pubblico. Una solida analisi su questo punto ci consente di mettere in campo una visione, un pensiero lungo, oggi fondamentale per alzare la qualità delle nostre proposte. Il superamento del capitalismo è il nostro orizzonte, a cui dovremo lavorare ripensando con un linguaggio nuovo le idee di socialismo e democrazia, prestando grande attenzione al livello istituzionale e costituzionale. Un compito di alto profilo, che sedimenti analisi e proposte mature, adeguate alla fase che viviamo, con solide fondamenta sociali, politiche ed economiche. 

Una forza politica di sinistra, come la nostra, ha il compito di lavorare su una piattaforma generale che punti al centro della critica al sistema attuale e che apra prospettive di conflitto per il suo superamento, sulla base di parole d’ordine chiare e riconoscibili, un quadro di ampio respiro nel quale si articolino proposte concrete e tangibili di cambiamento. Questo vale anche per il linguaggio che utilizziamo, affinché gli strumenti che utilizziamo possano essere destinati, auspicabilmente, ad una platea più vasta dei soli compagni e compagne iscritti/e. 

Non è solamente una questione di metodo: lo scenario internazionale impone questo salto di qualità. Siamo in uno scenario per certi versi inedito: la crisi della globalizzazione neoliberista sta avendo il suo sbocco in un conflitto di portata generale, oggi tra Russia e Stati Uniti-Nato, in prospettiva con la Cina. La direzione verso il superamento dell’ordine mondiale unipolare, che alla fine dell’URSS era stato indicato come l’unico possibile, apre uno scenario nel quale emergono nuove potenze imperiali e nuovi attori. Il ruolo dell’Unione Europea è stato, fino ad ora, di subalternità ai diktat di Oltreoceano, mentre l’Italia a guida Meloni ha scelto la funzione di prima portatrice degli interessi atlantici. 

Un quadro di questa portata impone una riflessione a tutto campo, dalle conseguenze economiche (la Germania in recessione) a quelle sociali (l’impatto dell’inflazione), dallo scenario dei settori energetico e industriale (il controllo delle materie prime) alle relazioni internazionali: giudizio sul ruolo dell’Europa rispetto alla Nato, autonomia, riconoscimento ed attenzione verso le iniziative di primo piano svolte, ad esempio, dal Brasile di Lula o, su un altro piano, dallo stesso Vaticano. È l’iniziativa per la pace, che si salda con lo stato attuale del capitalismo, e con lo scenario di un avanzamento delle destre a livello europeo (le prossime elezioni del Giugno 2024 potrebbero segnare uno spartiacque) che aggraverà il quadro. 

Per svolgere questo compito, per comprendere i nessi, per assumere posizioni aggiornate ed adeguate serve investire sul Partito quale strumento collettivo di inchiesta ed elaborazione di proposte, una comunità che opera per la ricostruzione e la valorizzazione di una nuova coscienza sociale. 

Gli ultimi due anni e mezzo, e le elezioni politiche di settembre, hanno fatto compiere, alla nostra organizzazione, un salto di qualità anche sul piano di una soggettività della sinistra più forte e più autonoma, con una connotazione rosso-verde che va vista nel suo carattere strategico. 

Una parte di questo lavoro è ancora da compiere: fuori da noi esistono forze intellettuali, luoghi di conflitto, esperienze di auto-gestione sul territorio, reti civiche con cui abbiamo necessità non solo di dialogare ma anche di costruire pezzi di percorso comune, nella consapevolezza che oggi, con questa destra, il tema della risposta politica generale diventa questione ineliminabile per qualunque soggetto che aspiri a svolgere un ruolo non marginale. Dovremo farci promotori di un percorso di maturazione che consenta di tenere assieme, in modo equilibrato ed efficace, la spinta di esperienze attive sul territorio con la necessità di un orientamento politico generale, chiaro, radicale, riconoscibile, necessario per fronteggiare il blocco politico-sociale di questa destra. Un percorso di crescita che coinvolge l’Alleanza Verdi Sinistra-Reti Civiche, la cui vitalità è oggi quantomai necessaria, e che può essere articolato con la convocazione di una Conferenza programmatica che permetta, nel lavoro comune, anche di superare alcune difficoltà e divisioni territoriali che, quando si sono prodotte, nelle tornate successive alle politiche, ci hanno obiettivamente penalizzato. 

Il Partito può crescere solo con un lavoro di insediamento territoriale e sociale. In tutte le nostre strutture (assembleari, di direzione politica ed esecutive) è necessario valorizzare l’accumulazione prodotta nei territori. Questo significa, ad esempio, costruire dei veri dipartimenti tematici che si confrontino ed elaborino inchiesta e proposta politica e a cui partecipino i responsabili regionali di settore. Significa aprire il Partito alle forze intellettuali, che pure intercettiamo sul territorio, e che vanno coinvolte nell’ambito di un Comitato Scientificodi ampio respiro. Significa riconoscere, in Direzione Nazionale, il ruolo svolto dalle strutture regionali, con la presenza dei Coordinatori/trici sulla base di criteri e funzioni da individuare (es. partecipazione all’iniziativa del Partito in tutti i suoi livelli, ecc). Significa rafforzare la struttura operativa nazionale del Partito, riaffermando la distinzione fra Gruppo parlamentare e struttura di Partito evitando, con l’ovvia eccezione della figura del Segretario Nazionale, la presenza di parlamentari in Segreteria. Significa dotarsi di uno specifico programma per lo sviluppo territoriale, per l’aumento degli iscritti, per l’apertura di nuove sedi, per la valorizzazione delle forme di autofinanziamento, formalizzando la gestione del finanziamento pubblico e la quota da riservare ai territori. 

Sono alcune proposte che avanziamo nella discussione e che ci riserviamo di meglio sviluppare nella discussione che seguirà.