Contributo SI Veneto alla discussione congressuale

Nel percorso di avvio al terzo Congresso di Sinistra Italiana, come Regionale del Veneto abbiamo convenuto di fare la nostra parte attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro che ci consenta di articolare riflessioni e contributi alla discussione, insieme ai provinciali, alla giovanile e ai compagni/e del Veneto inseriti nelle Commissioni Politica e Statuto, anche per tirare le fila del lavoro politico svolto sul territorio nel corso degli ultimi due anni e mezzo. 

Riteniamo utile, in questa fase di prima stesura dei documenti, avanzare un unico documento, contenente alcuni spunti di lavoro, per la Commissione Politica e Statuto. Orientamento politico generale del Congresso e modalità del nostro stare insieme sono, infatti, parte di un unico discorso che va inquadrato, almeno in questa fase, nel suo complesso. 

Il taglio generale su cui sta lavorando la Commissione Politica, ossia la riflessione sul capitalismo, è convincente: si tratta del nucleo centrale delle questioni, oggetto, soprattutto nel nostro Paese, di un processo di rimozione dal discorso pubblico. Una solida analisi su questo punto ci consente di mettere in campo una visione, un pensiero lungo, oggi fondamentale per alzare la qualità delle nostre proposte. Il superamento del capitalismo è il nostro orizzonte, a cui dovremo lavorare ripensando con un linguaggio nuovo le idee di socialismo e democrazia, prestando grande attenzione al livello istituzionale e costituzionale. Un compito di alto profilo, che sedimenti analisi e proposte mature, adeguate alla fase che viviamo, con solide fondamenta sociali, politiche ed economiche. 

Una forza politica di sinistra, come la nostra, ha il compito di lavorare su una piattaforma generale che punti al centro della critica al sistema attuale e che apra prospettive di conflitto per il suo superamento, sulla base di parole d’ordine chiare e riconoscibili, un quadro di ampio respiro nel quale si articolino proposte concrete e tangibili di cambiamento. Questo vale anche per il linguaggio che utilizziamo, affinché gli strumenti che utilizziamo possano essere destinati, auspicabilmente, ad una platea più vasta dei soli compagni e compagne iscritti/e. 

Non è solamente una questione di metodo: lo scenario internazionale impone questo salto di qualità. Siamo in uno scenario per certi versi inedito: la crisi della globalizzazione neoliberista sta avendo il suo sbocco in un conflitto di portata generale, oggi tra Russia e Stati Uniti-Nato, in prospettiva con la Cina. La direzione verso il superamento dell’ordine mondiale unipolare, che alla fine dell’URSS era stato indicato come l’unico possibile, apre uno scenario nel quale emergono nuove potenze imperiali e nuovi attori. Il ruolo dell’Unione Europea è stato, fino ad ora, di subalternità ai diktat di Oltreoceano, mentre l’Italia a guida Meloni ha scelto la funzione di prima portatrice degli interessi atlantici. 

Un quadro di questa portata impone una riflessione a tutto campo, dalle conseguenze economiche (la Germania in recessione) a quelle sociali (l’impatto dell’inflazione), dallo scenario dei settori energetico e industriale (il controllo delle materie prime) alle relazioni internazionali: giudizio sul ruolo dell’Europa rispetto alla Nato, autonomia, riconoscimento ed attenzione verso le iniziative di primo piano svolte, ad esempio, dal Brasile di Lula o, su un altro piano, dallo stesso Vaticano. È l’iniziativa per la pace, che si salda con lo stato attuale del capitalismo, e con lo scenario di un avanzamento delle destre a livello europeo (le prossime elezioni del Giugno 2024 potrebbero segnare uno spartiacque) che aggraverà il quadro. 

Per svolgere questo compito, per comprendere i nessi, per assumere posizioni aggiornate ed adeguate serve investire sul Partito quale strumento collettivo di inchiesta ed elaborazione di proposte, una comunità che opera per la ricostruzione e la valorizzazione di una nuova coscienza sociale. 

Gli ultimi due anni e mezzo, e le elezioni politiche di settembre, hanno fatto compiere, alla nostra organizzazione, un salto di qualità anche sul piano di una soggettività della sinistra più forte e più autonoma, con una connotazione rosso-verde che va vista nel suo carattere strategico. 

Una parte di questo lavoro è ancora da compiere: fuori da noi esistono forze intellettuali, luoghi di conflitto, esperienze di auto-gestione sul territorio, reti civiche con cui abbiamo necessità non solo di dialogare ma anche di costruire pezzi di percorso comune, nella consapevolezza che oggi, con questa destra, il tema della risposta politica generale diventa questione ineliminabile per qualunque soggetto che aspiri a svolgere un ruolo non marginale. Dovremo farci promotori di un percorso di maturazione che consenta di tenere assieme, in modo equilibrato ed efficace, la spinta di esperienze attive sul territorio con la necessità di un orientamento politico generale, chiaro, radicale, riconoscibile, necessario per fronteggiare il blocco politico-sociale di questa destra. Un percorso di crescita che coinvolge l’Alleanza Verdi Sinistra-Reti Civiche, la cui vitalità è oggi quantomai necessaria, e che può essere articolato con la convocazione di una Conferenza programmatica che permetta, nel lavoro comune, anche di superare alcune difficoltà e divisioni territoriali che, quando si sono prodotte, nelle tornate successive alle politiche, ci hanno obiettivamente penalizzato. 

Il Partito può crescere solo con un lavoro di insediamento territoriale e sociale. In tutte le nostre strutture (assembleari, di direzione politica ed esecutive) è necessario valorizzare l’accumulazione prodotta nei territori. Questo significa, ad esempio, costruire dei veri dipartimenti tematici che si confrontino ed elaborino inchiesta e proposta politica e a cui partecipino i responsabili regionali di settore. Significa aprire il Partito alle forze intellettuali, che pure intercettiamo sul territorio, e che vanno coinvolte nell’ambito di un Comitato Scientificodi ampio respiro. Significa riconoscere, in Direzione Nazionale, il ruolo svolto dalle strutture regionali, con la presenza dei Coordinatori/trici sulla base di criteri e funzioni da individuare (es. partecipazione all’iniziativa del Partito in tutti i suoi livelli, ecc). Significa rafforzare la struttura operativa nazionale del Partito, riaffermando la distinzione fra Gruppo parlamentare e struttura di Partito evitando, con l’ovvia eccezione della figura del Segretario Nazionale, la presenza di parlamentari in Segreteria. Significa dotarsi di uno specifico programma per lo sviluppo territoriale, per l’aumento degli iscritti, per l’apertura di nuove sedi, per la valorizzazione delle forme di autofinanziamento, formalizzando la gestione del finanziamento pubblico e la quota da riservare ai territori. 

Sono alcune proposte che avanziamo nella discussione e che ci riserviamo di meglio sviluppare nella discussione che seguirà.

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